Il sole stava calando velocemente all’orizzonte . Il cargo
stava lentamente iniziando le manovre di aggancio con la banchina del cantiere
automati Theta . L’automa che gestiva le pale laterali e il livello di idrogeno
nel pallone principale stava calcolando tutte le variabili , come la velocità
del vento e l’inerzia applicata alla aeronave stessa . I loro cervelli ad
orologeria erano progettati per compiere ordini in maniera automatica e con
noncuranza per tutto ciò che li circondava . I meccanismi interni in ottone
ticchettavano senza sosta , mantenendo una carica magnetica che poteva durare
anche cento anni . Erano macchine inconsapevoli programmate sin dalla loro
creazione per ripetere all’infinito sempre le stesse azioni , finchè non
diventavano preda della ruggine o delle nuove tecnologie . Il cargo stava
trasportando un carico di lingotti metallici da fondere all’interno dei
cantieri . Un tempo quei parallelepipedi brillanti erano ospitati nel freddo
abbraccio delle rocce sotterranee , mentre ora si apprestavano a divenire corazzate
, incrociatori , ingaggiatori e automi . Automi che raccoglievano minerali .
Automi che fondevano minerali . Automi che trasportavano il metallo . Automi
che creavano altri automi . Un meccanismo ben oliato di meccanismi ad
orologeria . Il cargo venne svuotato e tutto il suo carico finì nella fonderia
. Dopo un’ora il metallo fuso scorreva come acqua all’interno dei condotti refrattari
. Le tubature si diramavano in modo da condurlo dove necessario . Per creare un
automa servivano circa seicentomila parti diverse , suddivise tra scocca
esterna , sostegni interni e meccanismi . Tutto il necessario veniva prodotto
in serie e spedito ai piani inferiori per l’assemblaggio . Per prima cosa veniva
assemblato lo “scheletro interno” assieme ai congegni basilari . Per essere
sicuri del prodotto tutto veniva testato da dei magneti nei punti giusti e da
scariche elettriche . Successivamente toccava agli arti e alla scocca esterna .
Il tutto veniva sigillato con delle saldatrici ad alto potenziale . Nel
frattempo venivano assemblati tra loro i congegni di calcolo , di solito
posizionati nella “testa” . Tali congegni venivano , una volta pronti , montati
sul “corpo” . Il tutto veniva messo ancora alla prova con una scarica elettrica
e con altri magneti . Di solito a questo punto gli arti sussultavano , come
muscoli eccitati da degli elettrodi . Il pezzo finale consisteva nella scocca
della “testa” . La particolarità di questo elemento era che a seconda delle
necessità del compratore poteva essere arricchita con accessori venduto ad-hoc
. Gli automi erano tutti uguali . Solo un paio di occhi composti da lenti
fotografiche . E basta . Ogni aggiunta era standardizzata per equipaggiamento e
colore della scocca . Bianca e con pinze chirurgiche indicava ovviamente un
automa medico . Rossa e con una maschera vocale indicava un buttafuori o
comunque una guardia personale . Verde e con un’arma indicava un automa
militare . Con questo colore si indicavano anche i piloti da guerra e civili .
Per il resto tutti gli altri erano uguali . Stesso colore , stesso volto vuoto
, stesso silenzio . Solo le maschere vocali permettevano loro di esprimersi a
parole . Si trattava comunque di frasi standardizzate . Quel giorno al cantiere
automati Theta era stato prodotto un robot particolare . Un ambasciatore
automata . Si trattava di un prototipo unico nel suo genere , in quanto aveva
la capacità di immagazzinare nella sua memoria interna esperienze e nozioni . Ciò
gli donava un certo tasso di libero arbitrio . Il suo corpo giaceva sulla
catena di montaggio mentre veniva assemblato dai bracci a pressione . Dopo un
quarto d’ora venne depositato nel macchinario che donava la forza magnetica ai
congegni giusti . Era incastonato nella macchina che si stava lentamente
caricando . Silenzio . La scarica magnetica venne rilasciata e i suoi
ingranaggi interni presero a ticchettare con foga . Gli otturatori che aveva
dietro le lenti di vetro si spalancarono completamente . Paura . Panico . Da
secoli è sempre un po’ traumatico venire al mondo . Il trucco sta nello
stringere i denti .
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