*Questo segnale venne
lanciato da un velivolo extra-atmosferico sovietico il 12 dicembre 1958, alle
ore 23:58, ora americana*
Il mio nome è Ivan Sokolov. Non mi conoscete e probabilmente
non sentirete mai più la mia voce. A chiunque sia in ascolto, europeo,
americano o russo che sia, voglio dire le mie ultime parole. Sono decollato il
12 dicembre di quest’anno, il 1958.*sospiro
molto pesante* C’è stato, subito dopo l’attraversamento dell’atmosfera, un
guasto all’attrezzatura di rientro. Non posso deviare più la mia orbita.*breve silenzio* In parole povere
continuerò ad orbitare attorno al pianeta finchè non verrò sparato nello spazio
aperto. Sono già morto. *breve silenzio*
La cosa peggiore è che so a cosa andrò incontro. Avrei preferito esplodere
e bruciare nell’atmosfera come gli altri. Invece mi allontanerò sempre di più
nel buio per andare a morire di fame. *lamenti
indistinti* Non riesco a piangere.*breve
silenzio* Proprio non ci riesco. Sono sull’orlo del baratro e non riesco a
versare una lacrima per la mia stessa vita. Una cosa che non posso proprio smettere
di fare è pensare a Masha. *sospiro
molto pesante*Lei non sa di tutto questo. Non lo sa. Pensa io sia in
missione da qualche parte con l’aviazione.*breve
risata* Quando a terra si renderanno conto della mia fine, una tra tante,
manderanno i servizi segreti a tapparle la bocca. Per sempre.*lamento prolungato* Non posso
pensarci. Non posso pensare di non poter fare assolutamente nulla per aiutarla.
Se riuscite a ricevere questo segnale radio, per favore, PER FAVORE
registratelo e dite al mondo intero cosa è successo sopra le vostre teste. Non
è la prima volta, rendetevene conto.
Non sono il primo a perire tra i cieli. *la
voce si fa più agitata e frenetica*L’orbita si sta allargando sempre di più.
Da qua su ho visto l’America di notte. Uno spettacolo meraviglioso che nessuno
potrà mai vedere. Una sorta di trapunta costellata di spilli luminosi. Gli
esseri umani non arriveranno mai sulla Luna. *la voce si fa all’improvviso dura e risoluta*Non viaggeranno tra
le stelle. Troppe persone sono morte per stupidi errori che potevano benissimo
essere corretti. Il gioco non vale la candela. *circa una mezz’ora di silenzio, in cui si sentono solo un ronzio
elettrico e il respiro sempre più pesante dell’uomo* Inizio a sentire
freddo. Mi si stanno addormentando le gambe. Vuol dire che le difese termiche
della navetta stanno cedendo.*la voce si
fa rassegnata*Non credo in un Dio barbuto seduto su di un trono di nuvole,
io sono stato oltre le nuvole e non ho visto nulla. Solo il buio siderale.
Eppure, ora come ora, non posso fare a meno di affidarmi al cosiddetto “oppio
dei popoli”. *si sentono distintamente
dei singhiozzi, mentre la voce si fa sempre più flebile*Masha, Masha,
quanto vorrei essere vicino a te e stringerti un’ultima volta. Ti ho
abbandonata per inseguire il mio sogno. Viaggiare là dove nessun essere umano
era mai stato. Ho voluto arrampicarmi sul monumento delle vanità umane, ho
perso la presa e sono caduto di sotto. *silenzio
in cui si possono sentire il respiro molto accellerato e alcuni leggeri
singhiozzi*Ripeto, il mio nome è Ivan Sokolov. Questa è la voce di un uomo
morto. Di qualunque nazione siate, vi prego, non rendete la mia morte inutile.
Masha, se mai sentirai ciò che sto sussurrando al microfono, sappi che mi
dispiace. Mi dispiace per tutto. Non volevo finisse così. Ti prometto che
penserò a te fino alla fine. Questa è sia una benedizione che una maledizione.
Mi struggerò al pensiero dei tuoi magnifici occhi, ma allo stesso momento mi
daranno la forza di *da qui in poi si
sente solo un suono simile allo scorrere dell’aria mischiato a dello statico. Il
segnale è considerato perduto. I servizi segreti russi confiscarono la
registrazione ad un radioamatore italiano per relegarla all’interno degli
archivi dell’aereonautica sovietica.*
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